A cosa serve l’arte? l’arte serve anche a mettere fuori parti di noi che forse spesso celiamo, o ricordi lontani che preferiamo tenere nei cassetti come doni ricevuti e poco usati, ma sempre presenti nel cuore. Questa è l’operazione che Agata Bulla espleta ogni volta che è davanti a una tela bianca. Mettere, uno accanto all’altro, con grande maestria e precisione, parti della sua vita, che dopo, andando a vedere nell’insieme, si srotolano come un rosario narrando di lei e della sua Sicilia, terra di santi, madonne e persone vere. Ed ecco che spunta il bagaglio culturale acquisito da bambina, il forte senso religioso, le passioni dell’adolescenza, i desideri dell’età adulta, i misteri e i dubbi che circondano l’uomo. Agata è l’artista che riflette e che riporta fedelmente la realtà, con un amore per i particolari. Nulla è astratto, forse direi splendente, mistico, vivido, rasserenante. E poi ci sono i misteri e le rispettive chiavi per tradurli, quella simbologia usata molto nei secoli passati, quel dire e non dire, quel voler svelare solo a chi sa capire. Sicuramente è in questo il fascino dell’opera di Agata Bulla, assieme all’energia che emanano le pennellate forti e sicure, non esiste incertezza, ma grande ricerca della perfezione. Alla fine una sola parola domina: Estasi.
Francesca Ancona
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